“Un altro mercato di Forte dei Marmi: un nuovo danno economico per gli ambulanti locali”
“Si parla di valore aggiunto, di richiamo… ma mai del danno causato agli operatori del commercio ambulante modenesi per il continuo susseguirsi di queste manifestazioni. E le ricadute negative si toccano con mano: mercati settimanali quasi deserti, acquirenti ridotti al lumicino incassi degli ambulanti, col segno meno.”
Questa la posizione di ANVA-Confesercenti Modena e FIVA-Confcommercio di fronte alle scelta operata dal Comune di Marano di dare spazio per domenica 14 gennaio ad una manifestazione denominata ‘Il mercato di Forte dei Marmi’. “Non possiamo che ribadire la nostra netta contrarietà a questo evento come a tutti gli eventi del genere in cui vengono chiamati commercianti da fuori regione a discapito di quelli modenesi. Aggravando in questo modo ed ulteriormente la già non facile situazione vissuta dal commercio ambulante locale alle prese tra crisi dei consumi e fisco.”
“Inoltre – proseguono ANVA e FIVA, manifestando la loro netta contrarietà – al contrario di quanto avviene per i mercati straordinari, a questi eventi non viene data la possibilità agli operatori locali del mercato settimanale di parteciparvi. Preferendo invece, farne intervenire altri e di conseguenza favorendo in questo modo l’impoverimento del territorio. Riteniamo doveroso ricordare all’Amministrazione comunale che questi eventi non hanno una vera caratterizzazione merceologica o geografica. Perché e lo sottolineiamo, al di là del nome evocativo vengono commercializzate le medesime merceologie e gli stessi prodotti del mercato settimanale.”
“L’attrattività di Marano come del suo territorio – concludono ANVA-Confesercenti e FIVA-Confcommercio – se è questo l’obbiettivo dell’Amministrazione comunale, la si ottiene valorizzando al meglio ciò che il territorio stesso offre. In questo caso specifico, puntando sugli operatori ambulanti locali, noti per professionalità e serietà, oltre che offerta qualitativa. Ed evitando, di andare a cercare altro, altrove. A scanso di equivoci, nessuno dunque parla di vietare iniziative simili che hanno anche ritorni per il commercio in sede fissa, quanto invece di realizzare iniziative di valorizzazione del centro, coinvolgiendo (cosa che spetta al Comune), le imprese locali, comprese e soprattutto quelle che operano su suolo pubblico”.